Assalto finale

CAPITOLO 6



Scar H


Armati di tutto punto, H corse con Jack sulla DB9 e raggiunse un eliporto di proprietà di uno dei suoi tanti “conoscenti”. Nonostante l’ora, il titolare prestò un elicottero ad H senza battere ciglio e quest’ultimo, salitoci con il compagno, decollò. Durante il volo Jack chiese ad H: “Dove siamo diretti?”.“Verso la costa sud dell’Inghilterra. Là vive un mio amico che ha una nave e che ci può dare un passaggio fino al punto indicatoci da Patterson.”. Una volta arrivati a Brighton, la cittadina dove erano diretti, salirono senza perdere nemmeno un istante sulla nave già preparata per loro dall’amico di H. Si diressero verso la zona dove, secondo i satelliti del NORAD, si trovava il velivolo usato da Lucius. Dopo qualche ora, tempo che ai due sembrò interminabile, arrivarono in prossimità del punto indicato sulla foto satellitare e videro l’enorme petroliera con le insegne delle Industrie Leichester sulla fiancata. ‘Bingo’ pensò H soddisfatto.
Caricarono tutte le armi e si camuffarono in modo da non essere riconosciuti facilmente. Quando la loro nave passò accanto a quella gigantesca di Leichester, i due procedettero all’assalto. Salirono sul ponte principale e corsero verso la scala che portava sottocoperta. Furono avvistati, però, da una guardia che puntò loro una pistola; stava per minacciarli con presumibilmente un “Fermi o sparo!”, ma non ne ebbe il tempo di aprir bocca che una raffica di fucile lo falciò in pieno petto. Si lanciarono sottocoperta e colpirono senza pietà tutti coloro che cercassero di ostacolare la loro inesorabile marcia.
Ad un certo punto H si rese conto che Jack non lo stava più seguendo. Tornò indietro urlando: “Muoviti, non abbiamo tempo da perdere!”. Poi, però, forse per la prima volta in vita sua, si pentì di quello che aveva detto: vide Jack come ipnotizzato a guardare fra le sbarre di quella che a prima vista sembrava una cella. Quando fu più vicino si accorse che all’interno era pieno di bambini, e non sembravano essere in buone condizioni fisiche e igieniche. Scostò Jack, che era ancora scioccato dal modo in cui erano trattati quei poveri orfanelli, e sparò qualche colpo contro la serratura. Aprì la porta e lanciato il suo cellulare al più grande fra quelli rinchiusi nella cella ordinò: “Chiama la polizia e digli che vi trovate qui in mezzo all’oceano su una petroliera dei Leichester. Voi altri intanto non muovetevi di qui, CHIARO?”. Il ragazzetto che aveva ricevuto il telefonino annuì spaventato. H diede uno scossone a Jack: “E adesso muoviamoci, non mi piace lasciare i lavori sospesi a metà!”. Questi si riprese di colpo, come se fosse stato svegliato da un sonno profondo. Percorsero un lunghissimo corridoio che pareva attraversare tutta la nave da parte a parte e infine lo videro: proprio lui, Lucius Leichester, seduto dietro una scrivania intento a contare del denaro. Jack fece per puntargli il fucile contro, ma H lo fermò. Estrasse da una tasca una carica di C4 e disse sottovoce: “Devo pur ricambiare il favore.”. Applicò la bomba all’interno della stanza e chiuse nuovamente la porta. Lucius, consapevole di non avere più scampo e quasi impazzito per questo, gettò tutte le banconote a portata di mano in aria e si mise a ridere. Era una risata amara, un intruglio di tristezza, pazzia, rimpianto per la sua smania di arricchirsi anche illegalmente; ma oramai era troppo tardi per ricominciare e ne era consapevole egli stesso. Era quasi grato ai due suoi esecutori di aver come redento le sue colpe.
La bomba esplose quando ormai H e Jack erano distanti, facendo saltare in aria Leichester con tutti il suo sporco denaro. Un’esplosione di modeste dimensioni, ma che non comprometteva la stabilità della grossa petroliera. I due uscirono velocemente dalla gigantesca nave, ma mentre H si stava arrampicando giù per un fianco della nave per tornare a bordo di quella del suo amico si accorse che il bambino a cui aveva dato il telefono lo stava fissando da lontano, con uno sguardo pieno di gratitudine. H si limitò a sorridergli e non appena scese con Jack sulla barca, fuggì. Poco dopo arrivò la guardia costiera.

“[…] la guardia costiera ha così tratto in salvo i bambini prigionieri della nave di proprietà delle Industrie Leichester. Le accuse portate contro i Leichester da tutto il mondo sembrano quindi aver trovato un fondamento. Purtroppo, però, lo stesso titolare della società, Lucius Leichester, è stato trovato morto carbonizzato, presumibilmente da un’esplosione. Anche gran parte dell’equipaggio è morta, probabilmente in un conflitto con armi da fuoco, e la restante parte di questo, dichiarando di non sapere nulla a riguardo dei loschi affari di Leichester, è stata arrestata per complicità. Non si hanno ancora informazioni riguardo a coloro che hanno commesso la strage…”

H appallottolò il giornale nel quale era riportata la notizia e fissando il cestino disse: “Amo i lavori puliti.”. Quindi lanciò la pallina di carta e fece canestro.



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