Irruzione!

CAPITOLO 3



Autovetture della polizia inglesi


Quella notte ad Alex pareva non finire mai. Finalmente aveva incontrato una persona con cui parlare senza preoccuparsi di essere ignorato o offeso. Ed era pure una gran bella ragazza! Continuò a pensare a lei per tutto il resto della nottata: si rese conto di essersi innamorato di Christine. Era la prima volta che succedeva, anche perché forse non aveva mai conversato con una ragazza per così tanto tempo; gli capitava con sua madre, che però non si poteva certo considerare una seducente teenager, nonostante fosse una bellissima donna gli anni passavano anche per lei.
L’ultima volta che Alex aveva pensato ai suoi familiari era molto remota, in quel periodo d’altra parte non aveva avuto respiro con tutti i misfatti che i bulli gli giocavano. Non ne aveva più notizie da una ventina di giorni e nessuno aveva pensato di fargli almeno una chiamata per sentire come stava, né suo padre e sua madre, che erano archeologi e lavoravano al momento fuori dall’Inghilterra, in Africa; né suo fratello, che viveva all’estero, in Florida, e lavorava alla Cape Canaveral Air Force Station.
Certo che dei genitori in giro per il mondo a caccia di reperti e un fratello con gli shuttle per conto del governo americano sarebbero oggetto di ammirazione… se avesse avuto degli amici. La sua famiglia, però, gli provocava sempre un certo effetto soporifero, infatti si addormentò.
La mattina seguente si alzò appena in tempo e corse al college: non voleva iniziare male la giornata dopo quella fantastica da cui era reduce; ma si stava preoccupando inutilmente. Arrivato all’ingresso del Moreton, Alex notò una massa di studenti che aspettava fuori, seduta sulla scalinata. “Strano che sia ancora chiuso,” pensò “di solito è già aperto da una decina di minuti”. Cercò quindi di capire cosa stava succedendo. Fra la folla in attesa Alex vide anche William che parlava con alcuni professori: dall’espressione sembrava molto preoccupato. Gli si avvicinò e gli chiese cosa era successo.
“Qualcuno è entrato a scuola scassinando una delle porte che danno alla cucina. Stanno ancora investigando se è stato rubato qualcosa. Non ho nemmeno la certezza che oggi vi facciano entrare.” fu la sua spiegazione frettolosa. Ad Alex tutto pareva molto strano: era la prima volta che sentiva di “escursioni” al Moreton fuori orario. La sorveglianza era attiva sia di giorno che di notte, sia dentro che fuori dall’edificio. Dopo quasi cent’anni di inviolabilità, qualcuno era riuscito ad intrufolarsi all’interno di quello stabile.
Dopo circa un’ora tutti gli studenti furono rimandati nei propri alloggi e Alex tornò quindi al campus; ma una volta arrivato al suo appartamento, quando tentò di aprire la porta si accorse che qualcuno lo aveva preceduto. Un gigantesco brivido di terrore gli percorse tutta la schiena; cercò nella tasca della divisa l’unica chiave della camera in suo possesso: era sicuro che fosse lì, e infatti la trovò. Controllò la serratura della porta: era stata scassinata, come quella della cucina del Moreton. Entrò e vide che la stanza era sottosopra: l’armadio aveva le ante aperte e il contenuto era stato sparso sul pavimento; lo stesso era successo alla valigia e alla borsa che per far spazio aveva messo sopra di esso; i cassetti della scrivania erano stati tirati con forza. Tutto lì dentro era stato profanato. Passato il momento di smarrimento Alex si decise di chiamare aiuto, ma si bloccò quando notò, attaccato alla porta, un grosso coltello. C’era un messaggio per lui, ma non del genere che si aspettava. Infatti non riusciva a comprenderne il senso; non era così diretto come i soliti: “Questo potrebbe essere solo l’inizio”. Alex non capiva. Per il momento la cosa più importante era informare le guardie e William di ciò che era successo, e così dopo una lunga corsa raggiunse il direttore e lo informò dell’accaduto. Egli, senza pensarci due volte chiamò la polizia. Nel giro di cinque minuti arrivarono quattro volanti dalle quali uscirono otto agenti che iniziarono immediatamente le indagini. Fortunatamente, oltre alla fama di inviolabile, il Moreton godeva di agganci molto influenti. Per un “tentato furto” avvenuto all’interno di un normalissimo college sarebbero giunti probabilmente solo due agenti.
William disse ad Alex: “Non ti lasceranno entrare nella tua stanza fino a che non avranno ultimato le indagini e la cosa sarà parecchio lunga. Non ci sono nemmeno più appartamenti liberi. Forza prendi la tua roba, fa in fretta! Ho inviato un’e-mail ai tuoi genitori: ti trasferirai da me a tempo indeterminato.”



scrivendofantastico.blogspot.com

Tutti i diritti riservati (c) 2009 Gian Marco Carlan









Capitolo precedente

|

Capitolo sucessivo

Capitolo 2

|

Capitolo 4

13 commenti:

  1. Bello! non c'è che dire, inoltre adesso il racconto si fa interessante, complimenti!
    Ma che cosa sarebbe precisamente il direttore?

    Stefano

    RispondiElimina
  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  3. Grazie dei complimenti Stefano. Comunque in questo caso William, oltre che professore è direttore, nel senso che è il responsabile del dormitorio.
    Gian Marco

    RispondiElimina
  4. ... mi sto appasionando alla storia pure io! Carlan sei un grande
    Nemanja

    RispondiElimina
  5. Complimenti... non c'è che dire.
    A dirvi la verità il primo capitolo non mi è piaciuto molto, l'ho trovato un pò noioso; già nel secondo ho notato un notevole miglioramento; adesso è bello, è interessante, arrivato alla fine del capitolo mi sono quasi arrabbiato per non avere potuto a continuare la lettura :)
    Non vedo l'ora pubblichiate il quarto, son curioso... dai muovetevii!! :)
    A parte tutto, bravi veramente, un bel racconto, andate aventi così.

    Matteo Zoppello

    P.S. prima della fine del racconto mi dovete mettere una foto della figlia del direttore xD

    RispondiElimina
  6. Mi dispiace Zopp, ma Christine non ci vuole dare i diritti d'immagine XD!!! Comunque grazie per i complimenti :) è normale che il primo capitolo non sia molto avvincente, ma questo succede nella maggior parte dei racconti perchè c'è l'introduzione e la presentazione dei personaggi. Sono contento, però, che la continuazione ti piaccia!
    Colgo l'occasione per invitarvi a votare nel nostro sondaggio: in questi giorni abbiamo rivoluzionato e "personalizzato" questo blog, quindi ci piacerebbe sapere quali sono le modifiche che avete maggiormente apprezzato: attenzione, si possono dare più preferenze!
    Grazie anticipatamente
    Luca Mattarolo a nome de "L'Alleanza"

    RispondiElimina
  7. Raga il primo a dire la verità a fatto schifo pure a me che l'ho scritto. In teoria adesso non dovrebbero essercene più di noiosi, spero almeno.
    Gian Marco

    RispondiElimina
  8. Eh, ma ci vuole un po' di introduzione noiosa se no non avrebbe senso...
    Nemanja

    RispondiElimina
  9. Ah, giusto. Nel mio ultimo commento ho fatto un errore parecchio significativo: ho messo la a di "a fatto schifo" senz'acca, evidentemente perchè stavo scrivendo in fretta. Scusate.
    Gian Marco

    RispondiElimina
  10. Eh Carlan... Non si fa...
    Scherzo XD! Capita a tutti di sbagliare...

    Nemanja

    RispondiElimina
  11. Mi piace un sacco questa storia di Alex, proprio bella! Ora vado subito a leggermi il capitolo seguente, visto che arrivo un po' in ritardo è già pubblicato!
    Complimenti!

    Ps: se proprio vogliamo trovare il pelo sull'uovo, mi stona un po' la frase "La sorveglianza era attiva sia di giorno che di notte, sia dentro che fuori dall’edificio.", ma è più che altro un mio gusto personale, perché trovo accentuato oltremodo il fatto.
    Ciò non toglie nulla alla vostra indiscutibile abilità di scrittura!

    Federica Magnabosco

    RispondiElimina
  12. Grazie mille Federica dei complimenti! Capita di prendersi indietro, adesso che siamo super-impegnati scolasticamente parlando (almeno io, ma penso anche gli altri) nemmeno io sono molto aggiornato con le altre storie... peccato! Comunque, per il fatto della sorveglianza, abbiamo sottolineato il fatto per rendere l'idea che compiere un fatto simile non era da tutti... insomma non poteva essere sicuramente il primo che passava da quelle parti ad intrufolarsi così facilmente! Ma adesso mi fermo, non vorrei lasciar trasparire troppo, altrimenti poi Carlan mi corre dietro!!!
    Luca Mattarolo

    RispondiElimina