Scomparsa

CAPITOLO 4



Corridoio grande della villa


Era accaduto di tutto negli ultimi due giorni. La sua vita aveva avuto un profondo cambiamento nel giro di pochissimo, ma sebbene la situazione stesse relativamente migliorando, Alex provava dentro di sé una strana sensazione: quel messaggio lo aveva sconvolto, cosa potevano volere quegli ignoti da un ragazzo come lui? Forse il “tentato furto” al Moreton Hall era stato inscenato solamente per attirare studenti e vigilanza lontano dai dormitori per parecchio tempo, in modo da avere campo libero per entrare nel suo appartamento e cercare quello che volevano, chissà poi cosa! Quel pensiero gli tartassava la mente.
Alex, fittamente assorto nei suoi pensieri, non si era accorto che qualcuno bussava alla porta. I colpi aumentarono di frequenza e di intensità e così riuscirono a riportarlo alla realtà. Andò ad aprire: era Christine. Un rossore improvviso le colorò il pallido viso appena incrociò lo sguardo del ragazzo. Si era allenata molto per trattenersi, ma non riusciva a comandare le sue emozioni. Gli disse: “Mio padre ti vuole parlare, Alex. Vorrebbe che tu lo raggiungessi subito nel suo studio.” Annuì e Christine gli fece strada. La villa del direttore del campus era veramente enorme, tanto che si rischiava di perdersi. Dopo qualche minuto era già seduto su un’elegante poltrona di età barocca, davanti a una scrivania di mogano. Il padrone di casa era in piedi e guardava fuori dalla finestra, era molto pensieroso, e Alex non riusciva a capire se fosse un bene o un male. Poco dopo gli disse : “La scientifica ha appena terminato le analisi in camera tua: esaminando la federa del cuscino, hanno riscontrato una grossa quantità di acido cianidrico. Qualcuno evidentemente voleva farti vincere un viaggio di sola andata per l’altro mondo.” Dopo questa rivelazione, Alex impallidì di colpo. Non erano sufficienti i bulli che lo importunavano ogniqualvolta non avessero nulla di meglio da fare, adesso c’erano anche delle persone che ne volevano addirittura la morte. Ma cosa poteva mai aver combinato? Non faceva mai nulla, era sempre stato un tipo solitario. Chi aveva motivo per serbargli tanto rancore?
William dopo una breve pausa continuò: “Ormai è ufficiale, è più sicuro che tu stia qui. Da oggi in poi baderò io a te. Ora il Moreton, oltre che dal personale della sicurezza, sarà sotto la vigilanza di numerosi agenti di polizia. Non riesco ancora a crederci; oltre ad aver perso la fama di inviolabile, è avvenuto anche un tentato omicidio.”
Da quando era entrato Alex non aveva detto nulla, si era limitato ad ascoltare, ma una volta che William ebbe concluso disse: “Voglio parlare con i miei genitori, anzi, devo dire loro quello che è accaduto, che potevo morire! Posso telefonare?” William continuò a fissare un punto imprecisato fuori dalla finestra, poi si girò e guardando in faccia lo studente gli rispose: “D’accordo Alex, ma devo avvertirti: i tuoi genitori sono impegnati in una missione top secret. Pare che la loro spedizione nel deserto del Sahara, dove stanno svolgendo scavi archeologici, sia finanziata dal governo americano. Non ne so molto nemmeno io. Sono controllati parecchio, ti daranno al massimo cinque minuti.” Detto ciò si avvicinò alla scrivania e prese un cellulare, digitò un numero sulla tastiera e parlò con qualcuno. Scambiate un paio di parole, passò il telefono ad Alex dicendogli: “Hai pochissimo tempo, non sprecarlo.” Alex prese con le mani tremanti il telefono e lo accostò all’orecchio. Udì subito la voce del padre. Scaricò la sua preoccupazione tutta d’un fiato raccontando quello che era successo negli ultimi giorni: i bulli, il Moreton, la sua camera a soqquadro, il veleno… ma suo padre non sembrava, stranamente, molto sorpreso. Gli diceva di stare calmo e pareva come che si aspettasse fatti simili. Parlò anche con sua madre, che gli disse trattenendo a stento i singhiozzi dovuti al pianto: “Ieri ci ha telefonato la NASA, dicono che è da due settimane che tuo fratello non si presenta al lavoro. Sembra che sia scomparso. Secondo noi, i criminali che hanno rapito tuo fratello sono gli stessi che hanno tentato di ucciderti. D’ora in poi evita qualsiasi contatto con estranei e non andare da nessuna parte, se non accompagnato dal signor William. Chiunque abbia tentato di farti del male, può provarci un'altra volta. Abbi cura di te, piccolo mio, ti vogliamo bene.” Pronunciate queste ultime parole materne, la linea cadde. Il tempo della telefonata era scaduto. Alex restituì il telefono a William e, senza dire una parola, uscì dalla stanza. In quel momento voleva unicamente stare solo in quella che era diventata la sua nuova camera da letto.



scrivendofantastico.blogspot.com

Tutti i diritti riservati (c) 2009 Gian Marco Carlan









Capitolo precedente

|

Capitolo sucessivo

Capitolo 3

|

Capitolo 5

1 commento:

  1. A mio parere, questo è il miglior capitolo che ho letto del vostro racconto: è quello che mi ha coinvolto di più e l'ho letto tutto d'un fiato!
    Proprio bravi!
    Datemi cinque minuti e vi dico cosa penso anche del quinto capitolo!

    Federica Magnabosco

    RispondiElimina